giovedì 29 maggio 2008

NOVITÀ EDITORIALE: L'utopia laica di Philippe Grollet

E' uscito in questi giorni come pubblicazione dell'ADL su carta il volume "Laicità, utopia e necessità" di Philippe Grollet, esponente di spicco del movimento laico belga. L'edizione italiana del libro, apparso a Bruxells nel 2005, è stata curata da Vera Pegna che, insieme a Silvana Mazzoni, ha approntato anche la traduzione del testo di Grollet dal francese. E' il nono volume della collana "Tragelaphos", dedicata alla storia e alla teoria della pluralità culturale. Qui di seguito ne riportiamo la nota editoriale.

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Philippe Grollet, l'autore del presente volume, è avvocato presso il foro di Bruxelles e ha presieduto nel corso di quasi quattro decenni dapprima il Cercle du Libre Examen, poi l'associazione Bruxelles Laïque e infine il Centre d'Action Laïque. Siamo lieti e onorati di poter rendere accessibile il suo pensiero alle nostre lettrici e ai nostri lettori.

Laicità, utopia e necessità propone al pubblico italiano un resoconto di esperienze e di riflessioni che provengono dalla società civile belga impegnata in difesa dell'uguaglianza tra tutti i cittadini nel libero esercizio del pensiero, della parola, del culto e del pluralismo culturale.

Il presente volume contiene una preziosa Prefazione del professor Manacorda, che ringraziamo con deferenza; segue di tre anni l'altra nostra pubblicazione recente nel medesimo ambito tematico, intitolata La laicità indispensabile, in cui avevamo raccolto gli atti dell'omonimo convegno tenutosi a Roma nel 2003 per iniziativa dell'Unione Atei Agnostici Razionalisti (uaar).

Tanto Laicità, utopia e necessità quanto La laicità indispensabile sono state curate da Vera Pegna, cui si ascrive anche il merito d’aver contribuito in modo determinante alla promozione del convegno romano del 2003.

Da allora sono trascorsi cinque anni, si sono moltiplicati gli incontri, sono apparse varie pubblicazioni: la laicità anche nel nostro Paese è ritornata al centro del dibattito. L'Italia laica accorcia così le distanze che tradizionalmente la separano su questo tema dall'opinione pubblica europea e internazionale.

lunedì 19 maggio 2008

DIFENDERE I CITTADINI IMMIGRATI

di Rodolfo Ricci *)
Non so cosa si debba aspettare ancora prima di intervenire con azioni concrete di mobilitazione per difendere i diritti dei concittadini immigrati, bersaglio di infami attacchi indiscriminati come è accaduto a Napoli e in alte città d'Italia.

L'ignoranza crescente intorno alle condizioni degli immigrati, costruita scientificamente da media al servizio di orientamenti e gruppi politici che hanno impostato sulla cosiddetta "questione della sicurezza" la loro campagna elettorale, prefigura una guerra tra poveri che rischia di scatenarsi con effetti devastanti per le condizioni di convivenza democratica.

Pochi sanno che in Italia sono presenti, solo per fare un esempio, solo 150.000 Rom, in confronto agli oltre 300.000 presenti in Inghilterra, o in Germania o in Francia. Pochi sanno che la metà dei morti sul lavoro nel nostro paese sono lavoratori immigrati, quasi sempre assunti "in nero", sempre super sfruttati, da sud al nord "avanzato".

Pochi sanno che ben oltre un milione solo le badanti che curano i nostri anziani e si stima che oltre mezzo milione di esse siano in condizioni di "clandestinità".

La violenza crescente contro gli immigrati e contro i Rom, è qualcosa che deve mobilitare innanzitutto le nostre coscienze e che deve sollecitare un'immediata azione sul piano politico e sociale che rimetta il diritto e i diritti al primo posto; che chiarisca che la condizione di clandestinità è strutturale in ogni migrazione, come anche quella che ha caratterizzato l'emigrazione italiana nel mondo, fatta, per metà, di clandestini fino a tutti gli anni '70 del secolo scorso; che la violenza è innanzitutto la violenza delle condizioni di vita che riguardano larghe masse di cittadini nelle periferie delle nostre città e metropoli, create certamente non dagli immigrati; che la sicurezza deve occuparsi innanzitutto dell'impressionante sviluppo delle attività illecite e dell'economia criminale che nel nostro paese fattura circa 100 miliardi di Euro all'anno e pervade larghi settori della politica e della società italiana, europea e mondiale. Che la violenza in Italia attraversa larghi settori del mondo giovanile e non solo ed è fondamentalmente autoctona ed alimentata da messaggi culturali veicolati da un mediocre e servile sistema di comunicazione e di informazione.

Contro i pericolosi rigurgiti di razzismo contro gli immigrati va organizzata una lunga battaglia culturale e politica che deve vedere a capo soprattutto coloro che l'emigrazione l'hanno vissuta, la conoscono e la rappresentano nella società e in Parlamento.

L'ora dell'impegno non è domani, ma oggi, subito. Chi sa e vuole schierarsi lo faccia ora.

*) Segretario generale della Federazione Italiana Emigrazione ed Immigrazione (Filef e Fernando Santi)


giovedì 8 maggio 2008

PUBBLICAZIONE: L'utopia laica di Philippe Grollet

Esce in questi giorni come pubblicazione dell'ADL su carta il volume "Laicità, utopia e necessità" di Philippe Grollet, esponente di spicco del movimento laico belga. L'edizione italiana del libro apparso a Bruxells nel 2005 è stata curata da Vera Pegna che, insieme a Silvana Mazzoni, ha approntato anche la traduzione del testo di Grollet dal francese. E' il nono volume della collana "Tragelaphos", dedicata alla storia e alla teoria della pluralità culturale. Qui di seguito ne riportiamo la nota editoriale.

Philippe Grollet, l'autore del presente volume, è avvocato presso il foro di Bruxelles e ha presieduto nel corso di quasi quattro decenni dapprima il Cercle du Libre Examen, poi l'associazione Bruxelles Laïque e infine il Centre d'Action Laïque. Siamo lieti e onorati di poter rendere accessibile il suo pensiero alle nostre lettrici e ai nostri lettori.

Laicità, utopia e necessità propone al pubblico italiano un resoconto di esperienze e di riflessioni che provengono dalla società civile belga impegnata in difesa dell'uguaglianza tra tutti i cittadini nel libero esercizio del pensiero, della parola, del culto e del pluralismo culturale.

Il presente volume contiene una preziosa Prefazione del professor Manacorda, che ringraziamo con deferenza; segue di tre anni l'altra nostra pubblicazione recente nel medesimo ambito tematico, intitolata La laicità indispensabile, in cui avevamo raccolto gli atti dell'omonimo convegno tenutosi a Roma nel 2003 per iniziativa dell'Unione Atei Agnostici Razionalisti (uaar).

Tanto Laicità, utopia e necessità quanto La laicità indispensabile sono state curate da Vera Pegna, cui si ascrive anche il merito d'aver contribuito in modo determinante alla promozione del convegno romano del 2003.

Da allora sono trascorsi cinque anni, si sono moltiplicati gli incontri, sono apparse varie pubblicazioni: la laicità anche nel nostro Paese è ritornata al centro del dibattito. L'Italia laica accorcia così le distanze che tradizionalmente la separano su questo tema dall'opinione pubblica europea e internazionale.

Se può apparire curioso che a una vecchia editrice d'emigrazione, giunta al centodecimo anno d'attività, sia toccato il privelegio di fornire impulso al dibattito circa la laicità in Italia – tema sul quale durante gli anni Novanta gravava un plumbeo silenzio mediatico –, occorre tuttavia ricordare che l'impegno de L'Avvenire dei lavoratori su questo fronte non è certo nuovo. Per lungo tempo, durante il ventennio fascista, la nostra testata rappresentò l'unica voce libera di netta ed ininterrotta opposizione al regime mussoliniano, al clericalismo concordatario, alle persecuzioni religiose e razziali.

Le ragioni per cui oggi la "Questione laica" (insieme, per inciso, alla "Questione sociale") ritorna di bruciante attualità, le ragioni per cui ciò avviene ben oltre i confini nazionali, risiedono a nostro giudizio nel compito generale della politica contemporanea: l'umanità è posta di fronte all'esigenza, grande e drammatica, di costituire un governo pacifico dell'economia globalizzata e delle pluralità culturali. Si staglia all'orizzonte una sfida immane, alla quale proprio perciò ogni soggetto è chiamato a dare un contributo, per piccolo che esso sia.

Laicità, utopia e necessità, chiusa in stampa dal dicembre scorso, esce con qualche mese di ritardo rispetto ai programmi editoriali 2007. Ce ne scusiamo con gli abbonati: abbiamo preferito evitare una possibile, ma impropria, funzionalizzazione di questo libro nella spettacolarità elettorale in atto. Predisponendo l'uscita del presente quaderno a urne chiuse intendiamo lanciare un appello alla coscienza politica di tutti e di ciascuno affinché la "Questione laica" cresca anche in avvenire come istanza – utopica e necessaria – di Giustizia e di Libertà. (AE / Zurigo, 3 aprile 2008)