martedì 25 febbraio 2020

IL “MIGLIORE” ANTISEMITA DELLA NAZIONE

 di Andrea Ermano

 

Scrivere queste righe è compito facile, per non dire inutile oggi, nella settimana della Memoria per la Shoah. Il tema, tutt'altro che soltanto storico, è politicamente centrale in quanto si accumulano quotidianamente casi di antisemitismo, discriminazione e razzismo (attualmente sono sotto tiro i cittadini cinesi) con gravità e frequenza a dir poco preoccupanti. 

    Su ciò possiamo rinviare al discorso tenuto da Liliana Segre a Strasburgo. La senatrice a vita italiana, scampata ad Auschwitz da ragazza e oggi ormai novantenne, ha parlato. E quel che ha detto non può lasciare indifferente nessuna persona (vedi al sito dell'Europarlamento). Già qui si concluderebbe per oggi l'editoriale, avendo semplicemente rinviato al sito del Parlamento di Strasburgo oppure a quello di Radio Radicale.

    Non fosse che dobbiamo segnalare un altro importante discorso. Reca il titolo "Lo scivolo verso l'inferno" ed è stato tenuto da Giuliano Amato di fronte agli studenti delle scuole superiori della città di Siena (vedi scheda qui sopra). Amato ha ripercorso una serie di atti politici e legislativi lungo i quali l'Italia fascista, un passo dopo l'altro, si è avventurata sul piano inclinato dello sterminio hitleriano, fino al punto in cui non c'è più ritorno ma solo il precipitare nel buco nero. 

    Si tratta di una colpa indelebile, inscritta nella storia del nostro Paese e dell'intera Europa. Il piano di sterminio ha potuto svolgersi con la sinergia di diversi stati o governi legati alla Germania nazista oltre che di miriadi di individui – appartenenti ai partiti fascisti, agli eserciti, alle forze dell'ordine, ai vari ministeri, alle ferrovie nazionali, agli istituti scolastici e universitari, ai vicini avidi di accaparrarsi i beni delle famiglie israelite mandate a morire nei lager, eccetera eccetera eccetera – persone tutte attivamente coinvolte nel gigantesco dispositivo infernale. 

    Ciò detto, è davvero stupefacente che, come denuncia il giudice costituzionale Amato, il sito di "Amazon" a tutt'oggi pubblicizzi come "validissimo e attualissimo" un volume, "Gli Ebrei In Italia", pubblicato nel 1937 dal gerarca fascista Paolo Orano. 

    Riportiamo di seguito il testo della presentazione come l'abbiamo copiato oggi 30 gennaio 2020 da "amazon.it" (vai al sito).

    Vi si descrive l'autore Orano come: "Il migliore rappresentante dell'antisemitismo italiano". Abbiamo messo in evidenza i passi più scandalosi:

     «Il libro di Orano ebbe grande successo nell'Italia fascista. A differenza di Preziosi e Evola che ricalcavano l'antisemitismo razziale germanico, Orano è portavoce dell'antisemitismo nazionale fascista che meglio rappresenta i sentimenti del regime verso la questione ebraica. Per Orano, il problema ebraico non è legato a una diversità razziale, ma al fatto che il buon fascista mette gli interessi del regime innanzi tutto e qualunque deviazione – sionismo, religione, chiusura nella cultura del ghetto – possono essere un pericolo per la nazione. Quindi l'integrazione è possibile, anzi necessaria. Esistono solo buoni fascisti, tutto il resto (diversità razziali, religiose, etniche etc.) non è importante se si fa il proprio dovere di patrioti. Il testo ha capitoli ormai di scarsa attualità, ma resta una lettura raccomandata per chi vuole capire i rapporti del regime verso gli ebrei».

    Fin qui "Amazon". In realtà il libro di Orano dà il via, nel 1937, alla campagna antisemita del fascismo nei riguardi degli Ebrei italiani. Un anno dopo, nel 1938, le bambine e i bambini come Liliana Segre (la quale all'epoca aveva otto anni) furono cacciate/i da tutte le scuole d'Italia al pari degli altri scolari e studenti israeliti.

    Cinque anni dopo verranno caricati sui vagoni bestiame e trasportati nei lager della morte, insieme a fratellini, sorelline, genitori, nonni e bisnonni. 

    Che cosa faceva in questi anni il "migliore rappresentante dell'antisemitismo italiano", Paolo Orano, parlamentare del Partito Nazional-Fascista (PNF) dal 1919 e fino all'agosto del 1943? 

    Orano scriveva biografie di Mussolini, ne pubblicava gli scritti, assurgeva al rettorato dell'Università di Perugia, si trasferiva, dopo l'8 settembre 1943, nel territorio della "repubblichina" nazi-fascista di Salò, alla pari di molti altri esponenti del famigerato regime. E insomma progrediva con la propria brillante carriera. 

    Viene arrestato dagli Americani a Firenze nell'agosto del 1944 e, affetto da tempo da ulcera duodenale, muore settantenne all'ospedale di Nocera Inferiore per emorragia da peritonite.

    Il sito di "Amazon", pubblica sul volume di Orano anche quest'altro testo, che di seguito riportiamo, ponendo anche qui in evidenza i passi più insopportabili:

    «Prima riedizione italiana del dopoguerra del classico di Paolo Orano, dal titolo "Gli Ebrei in Italia"… Uno studio attento sulla specificità ebraica rispetto alla identità culturale italiana, anche oggi validissimo ed attualissimo. Il testo illustra anche il tentativo fallito dell'Italia mussoliniana di amalgamare l'ebraismo nella italianità. Tentativo di inserimento fallito, perché il mondo ebraico preferì coltivare la propria appartenenza all'ebraismo transazionale e il proprio chiuso esclusivismo. Il testo e impreziosito da illustrazioni d'epoca. In appendice, un saggio sul libro "Il coltello di Shylock", che e costato all'autore, editore di questi libri, una dura repressione giudiziaria. L'esclusivismo ebraico divenuto totalitarismo liberticida nel dopoguerra».

    E dunque sarebbe l'ebraismo "transnazionale ed esclusivista" – dopo i falliti tentativi d'integrazione nell'italianità compiuti dal duce – a instaurare il "totalitarismo liberticida ebraico" dopo il 1945. 

    Semplicemente pazzesco! 

    Eppure lo si può leggere su "amazon.it". Fino a oggi. 

    Ma a raccontarlo si rischia di non essere creduti.

    Noi auspichiamo che la più grande Internet company al mondo provveda quanto meno a rimuovere dal proprio sito in lingua italiana i due testi che abbiamo citato perché configurano un'aperta apologia di fascismo e dell'antisemitismo di marca fascista.